Skyplex
Nicole's Room
All'inizio si è guardato attorno. Armi, arredamento spartano e minimale. Quasi gli ricorda la propria stanza a casa. Il regalo per Nicole lo ha lasciato sulla scrivania, in tempo perchè lei lo prendesse e si chiudesse in bagno, a prepararsi.
Owen è una persona
paziente, è abituato ad aspettare. Qualche passo lo fa, andando da
un muro all'altro – sbirciando ogni dettaglio che lei possa essersi
lasciata dietro.
Tocca il dorso delle armi
senza impugnarle, lasciando una traccia tiepida sul metallo. Poi alza
lo sguardo verso le pareti, senza trovare qualcosa che effettivamente
attiri l'attenzione. Se decide di ricader sul bordo del letto è
perchè un po' si annoia. La giacca l'ha già sistemata un paio di
volte sullo schienale della sedia, stirando maniacalmente ogni
piccola piega. Poi si è toccato l'addome, rendendosi conto che oggi
la cravatta non l'ha messa; un gesto naturale stroncato sul nascere.
Passa alle maniche arricciate, poi al colletto, ed alla fine si
lascia persin cadere di schiena contro al materasso fissando il
soffitto. L'odore di lei è ovunque, impregna coperte e cuscino –
quello che un attimo dopo afferra, trascinandolo accanto a sé. Vi si
appoggia sopra con il gomito, poi scivola a premerci la guancia.
Sembra sul punto di addormentarsi. E' allora che sente un rumore, la
porta pronta ad aprirsi. Si alza di scatto, facendosi trovare pronto
– sveglio – e vigile. Si blocca nell'attimo in cui lei esce dal
bagno. Ha la schiena tesa, le spalle che fanno male per la rigidità
che si impone. Ogni centimetro dell'abito diventa materia di studio.
I bordi, i ricami, il colore. Scivola in avanti verso il bordo del
letto. L'unica cosa che riesce a dirle è:
- Voltati.
Aspetta di sentire il
fruscio dei suoi passi lenti prima di fare anche solo un movimento.
Saperla girata, lontano dallo sguardo scuro che per un attimo ha
adombrato gli occhi grigiastri. Le si avvicina senza fretta. La tocca
con la delicatezza di chi ammira qualcosa di prezioso. La prima
spallina dell'abito scende con facilità. L'altra mano l'afferra. La
tiene. La chiude.
- Non mi hai detto se...
Non la fa parlare. Il
vestito le cola via dal corpo lentamente, scoprendone ogni curva.
L'avvicina ancora, senza la pressione di chi deve sfogare i propri
bassi istinti. E' un accompagnamento lento e pieno, caldo.
- Le pretese dei tuoi colleghi...- … saranno ampiamente ripagate.
Una pausa, un morso.
Poi un sorriso, intravisto
nella penombra. Uno di quelli che regala le risposte migliori.